Centenari
Illoraesi
Antonio Muredda
Pietrina Pischedda
Bonaria Carta
Don Carta G.
Pittalis Giovanni M.
Cocco Giovanni M
Antonio Muredda Antonio Muredda, ritratto nel giorno del suo centesimo compleanno, naque i Illorai il 16/2/1885 e visse fino al 30/4/1989 dopo aver compiuto 104 anni. | ||
Pietrina Pischedda. Il primo di agosto del 1999 ha raggiunto il traguardo dei 100 anni la signora Pietrina Pischedda. Nata a Silanus il 1 agosto 1899 e sposatasi nel 1923 con Antonio Isidoro Picca, la signora Pietrina viveva a Illorai dal 1934, anno in cui il marito venne assunto al Comune come guardia municipale. "Tia Pietrina" ha dedicato la sua vita interamente alla famiglia: ai suoi 9 figli, ai 29 nipoti e ai 16 pronipoti. Minuta nel fisico, ma molto lucida e attenta, è stata un sicuro punto di riferimento per tutti. Aperta e disponibile, riservava infatti grande attenzione e comprensione verso i problemi dei giovani e cercava sempre di trasmettere ai nipoti e ai pronipoti i veri valori della vita, mettendo a loro disposizione la sua lunga esperienza e offrendo saggi consigli e suggerimenti. «Il segreto della mia longevità diceva "tia Pietrina" _ è il mio grande amore per Gesù. In ogni istante della vita, la dedizione a Dio mi ha aiutato a superare i momenti di dolore e ad apprezzare le piccole gioie quotidiane». Vedova dal 1965, tia Pietrina ha compiuto i suoi 100 anni accudita amorevolmente dalla nipote 28enne Piera, che aveva un rapporto speciale con nonna Pietrina, con cui è cresciuta fin dalla tenera età di un anno e mezzo. Ben voluta e stimata da tutti, la nonnina ha festeggiato il compleanno attorniata dai figli Totoi, Caterina, Peppino, Marchesa, Maria, Agostina e Pietrina, dai nipoti e da tutta la cittadinanza. La Messa di ringraziamento è stata celebrata nel santuario campestre della Madonna di Luche, i familiari hanno offerto a tutti un rinfresco e la cena alla comunità illoraese, era presente anche l'amministrazione comunale a rendere onore a nonna Pietrina e augurarle ancora tanti anni di vita serena. | ||
Festa per Bonaria Carta centenaria di Illorai 23 ottobre 2007 ILLORAI. Bonaria Carta ha compiuto cento anni. Illorai ha la prima centenaria. È la prima donna che, nella storia del paese, raggiunge il secolo di vita. È una donna ancora lucida, ricorda tutto della sua fanciullezza e della gioventù. Vive col fratello monsignor Giovanni Carta, missionario in Brasile per quarant’anni. Ha condotto sempre una vita regolare e regolata; lavoro a casa e nei campi e chiesa. Da alcuni anni sta a casa seduta sul divano a chiacchierare con le persone che vanno a farle visita. Sabato c’è stata una grande festa, la nonnina ha voluto festeggiare alla grande i suoi cento anni, per essere la prima cittadina di Illorai che arriva al secolo. E siccome è sana e forte vuole arrivare ancora più in là. | ||
Don
Giovanni Carta è abituato alle sfide e ai traguardi.
Uno
lo ha tagliato , il 2 aprile 2014, compiendo cento anni. Tutta Illorai si è stretta
affettuosamente per fargli gli auguri con una festa, una grande torta e una targa
ricordo donata dall'amministrazione comunale. Alla festa vera e propria c'è stato
anche un preambolo religioso con la celebrazione del la messa a cui ha partecipato
il vescovo di Ozieri Sebastiano Sanguinetti e il parroco di Illorai, don Tonino
Cabizzosu. La vita di don Giovanni Carta è stata a cavallo tra due continenti: l'Europa
e il Sud America. Nato a Illorai nel 1914,ha passato quarant'anni in Brasile, un
luogo che gli è rimasto sempre nel cuore, tanto da avere con sé un breviario in
portoghese che spesso si fa leggere durante le messe che celebra in casa, in una
stanza dietro il soggiorno. Diventa prete giovanissimo, a 25 anni nel 1940 e viene
spedito a fare il vice-parroco a Buddusò. Ci rimane sei anni, poi va a Bultei dove
rimane altri sei. Nel 1951 l'anno che cambierà
per sempre la sua vita, solca l’Atlantico direzione Brasile. Catapultato a Josè
Bonifacio. C'è da rimboccarsi le maniche non solo perché si trova a gestire un centro
da 80 mila persone, ma anche per la miseria in cui vivono. Fu diversi anni dopo
sempre in Brasile che don Carta conobbe quello che sarebbe diventato il futuro presidente
del Brasile democratico: Luis lnazio Lula, all'epoca sindacalista dei metalmeccanici.
Tra i tanti problemi l'unico rifugio è sempre stato il calcio, una passione che
Don Carta coltivato per sempre tifando l'Inter. | ||
Illorai festeggia i cento anni di Giovanni Michele Pittalis Un siluro di un sommergibile inglese affondò la nave Neptunia, che trasportava le truppe italiane nel settembre del 1941, al largo di Tripoli. Un giovane soldato di Illorai, Giovanni Michele Pittalis, per sei ore restò in balia delle onde, aggrappato a una trave, prima di essere ripescato da un cacciatorpediniere. Lui riuscì a salvarsi, fortunosamente, ma nel naufragio morirono 384 militari. La guerra ha forse temprato la forte fibra di quel soldatino che ha compiuto cento anni e che è stato festeggiato dal suo paese. Il riconoscimento più significativo è arrivato proprio dalla figlia Gianna, sindaco di Illorai, che ha premiato con una targa il padre centenario, come cittadino esemplare e simbolo della longevità in un paese pastorale. Giovanni Michele Pittalis ha inoltre ricevuto la medaglia e un attestato per il valore militare dall’associazione mutilati e invalidi di guerra consegnato dalla presidente regionale Agnese Delogu e dal presidente provinciale Salvatore Manca. La festa è iniziata nella chiesa di San Gavino Martire, dove il vescovo emerito Mons. Dettori, il parroco don Pietro Maja, con Mons. Cabizzosu e Mons. Leone hanno celebrato la messa, dedicata al cittadino più vecchio della comunità. “La guerra, sì la guerra - dice il centenario - è stata un’esperienza terribile. La ricordo con sgomento e terrore. Annienta la dignità dell’uomo, e nessun fine può giustificarla”. Un monito anche alle guerre di oggi. L’uomo, che ha quattro figli, ricorda la sua lunga vita. A otto anni era già pastore, e faceva i compiti nell’ovile paterno. Studiava e seguiva il gregge. E restò i campagna fino alla chiamata alle armi nella seconda guerra mondiale, quando venne arruolato nell’VIII reggimento di Vittorio Emanuele. Dopo la guerra, la sua seconda vita. Prima di nuovo in campagna, poi con un’attività imprenditoriale, che ha contribuito allo sviluppo del piccolo centro del Goceano. Quale il segreto della sua longevità? Il suo carattere mite, lo stile di vita, l’ambiente, il suo Dna. Una famiglia di longevi. A cento anni beve ancora il vino rosso, ricco di polifenoli, e mangia pecorino. Non mai perso il suo ruolo nella comunità e in famiglia. A 90 anni stava ancora dietro il banco, nel suo piccolo negozio di alimentari e tabacchi. A 93 guidava ancora l’auto. E ora il centenario Giovanni Michele Pittalis guarda ancora al futuro, con il suo inossidabile ottimismo. | ||