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Cenni storici

Illorai
 Cenni storici  di Illorai                                                                 
 
Illorai è uno dei più antichi centri del Goceano. Fu abitato in epoca preistorica, come dimostrano non solo i numerosi nuraghi (Luca, Su montrigu de Sa Corona) e i bronzetti rinvenuti nel territorio (come il bue conservato al Museo "G.A. Sanna" di Sassari), ma soprattutto la grande necropoli di Molia, scoperta negli anni settanta durante la costruzione della strada a scorrimento veloce Ottana-Cantoniera del Tirso: è un complesso di domus de zanas della "cultura di San Michele" (3000-2300 avanti Cristo), di cui finora sono state scavate e studiate nove tombe; una di esse, la tomba VII, è, insieme con la cosiddetta "tomba del Capo" di Sant'Andrea Priu presso Bonorva, la più grande e interessante costruzione ipogeica della Sardegna: con le sue 16 stanze, essa disegna un'architettura di grande monumentalità e di raffinata suggestione.
Anche se non può essere identificato con il centro romano di Lesa (per quanto anche nel territorio di Illorai, in località Sos Banzos, vi siano acque termali come quelle che si trovavano alle Aquae Lesitanae d'età romana), Illorai fu certo importante nel Medioevo, grazie anche alla sua amenissima posizione geografica. Il suo territorio, molto fertile (sono famosi i suoi orti), è attraversato dal Tirso, che qui è scavalcato da un audace ponte ad una sola arcata, d'età pisana.
Nel centro esisteva anche un convento di Agostiniani, che fu chiuso quando anche il paese dovette subire la decadenza che tutti questi centri attraversarono soprattutto in età spagnola: la statua di Sant'Agostino e quella di San Nicolò da Tolentino, anche lui agostiniano, sono conservate nella parrocchiale, dedicata a San Gavino, insieme con preziosi oggetti di argenteria appartenenti al convento.
Nella campagna esistono numerose altre chiese, la più importante delle quali è il santuario dedicato alla Madonna della Neve, dove ancora si celebra, il giorno dopo Pentecoste e il 5 agosto, una delle "feste lunghe" di Sardegna, cioè una grande festa preceduta e preparata da fedeli che si recano nella chiesa a nuinare, cioè a praticarvi la "novena" (che in questo caso  non di nove, ma di quindici giorni).
Illorai aveva nel passato anche un'interessante varietà di cave, da cui si ricavavano marmi, zolfo e gesso: ma oggi sono tutte abbandonate.
Ad Illorai nacque mons. Damiano Filia (1878-1956), considerato uno dei maggiori studiosi di storia della Chiesa sarda.
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Illorai, 22.02.2000 - ultimo agg.    febbraio 2020 Tutti    i diritti sono riservati   
  
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